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Don't forget Srebrenica, l'ultimo viaggio di Ibrahim Šaban

Il reportage affronta la guerra nei Balcani dal 1992 al 1995 ed in particolar modo della città di Srebrenica dove si è perpetrato il più grande genocidio in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale.

In quest’area e non solo, la popolazione maschile dai 12 ai 75 anni, fu costretta a mettersi in salvo dall’imminente conquista della città, da 3 anni sotto assedio delle truppe serbo-bosniache del generale Ratko Mladic. La speranza di raggiungere la città di Tuzla situata nel territorio libero sotto il controllo delle truppe croato-musulmane fu resa vana per oltre 10.000 uomini che trovarono la morte a seguito di esecuzioni sommarie.

Nascondere uno sterminio di tale portata era praticamente impossibile e le fosse comuni, per le truppe serbo-bosniache, erano l’unica soluzione. Le voci dell’esistenza di tale metodo di occultamento delle vittime iniziarono in seguito a farsi sempre più frequenti e le prove non tardarono a venire a galla.

Grazie al lavoro del fotoreporter che seguiva il lavoro di un team di anatomopatologi forensi su una fossa comune scoperta sulle colline di Srebrenica, nasce questo lavoro di indagine su uno dei corpi adagiati in essa, in seguito identificato come Ibrahim Šaban.

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